22 marzo 2010

La lettera di Aldo Busi

Sono una veggente, dopo la scorsa puntata dell'Isola mi chiedevo: "Rivedremo Busi in studio la prossima puntata?", ben consapevole che la risposta più probabile era un "NO".
In realtà non è una questione di super-istinto o poteri paranormali, qui basta una parola di troppo e sei fuori. Ormai si sa, va così.
Morgan, Bigazzi...giusto per citare gli ultimi. Ma gli esiliati dalla Rai sono molti di più!

Vi ricordate Massimo Ceccherini cacciato via dall'Isola e dalla Rai per una bestemmia?
Busi non ha mai bestemmiato.
Ha solo detto che gli altri concorrenti sono dei poveracci alla canna del gas, che Berlusconi non ha ridotto le tasse come aveva promesso, che il Papa è un omofobo, gli omofobi sono omosessuali repressi, Mara Venier è rifatta.

Ecco, su quest'ultima affermazione e sulla reazione della Venier si sono soffermati un po' tutti nei talk show televisivi, ma la vera frase, che gli è stata "fatale", è quella contro il Papa.



Busi, tu hai ragione, non hai fatto il nome e il cognome, ma di Papa, al momento, ce n'è uno.
Di ragionieri, scienziati, scrittori, insegnati ce ne sono tanti, ma quando dici Papa è quello lì e basta.

Ad ogni modo, non sopporto questo atteggiamento della Rai, Busi meritava di poter replicare di persona ed in diretta tv.

Per ora, hanno concesso che Simona Ventura leggesse a "Quelli che il Calcio" una lettera di Busi.
Il testo completo:

«Scrivo questa lettera sul volo che mi riporta in Italia sapendo che difficilmente nei prossimi giorni mi sarà data la possibilità di esprimere il mio pensiero di persona, nella Sua trasmissione o in altri programmi della Rai.

Vorrei che la leggesse ai Suoi telespettatori. Sono stato bandito ovvero radiato da tutti i programmi della Rai dopo l’ultima puntata de "L’Isola dei Famosi", escluso dopo che mi ero auto-escluso: intanto mi chiedo come si possa bandire qualcuno la cui ultima presenza in Rai in diretta se ben ricordo risale a circa dieci anni fa. Vengo accusato di "gravi violazioni delle regole e delle normative contrattualì". E cos’avrei fatto o detto di così grave? Io so di aver rispettato fino in fondo gli impegni contrattuali che ho sottoscritto. Mi si attribuiscono offese a questo Papa il cui nome, come risulta anche dalla trascrizione del parlato, so di non aver pronunciato.

Certo ho denunciato l’omofobia e ho detto quel che la scienza ha accertato, e che cioè l’omofobia cela una latente omosessualità e una voglia vendicativa verso quanti la vivono liberamente. Quindi se i giornali hanno scritto che ho ingiuriato indirettamente questo Papa, di sicuro è che gli stessi l’hanno ingiuriato direttamente: nessuno deve arrogarsi il diritto di leggere nelle intenzioni, cosa del resto non riconosciuta da alcun tribunale, e io sono per carattere e per dialettica abituato ad aprire e a chiudere da me i miei sillogismi.

Non voglio certo rinnegare le mie convinzioni di perfetto anticlericale ma rispetto le posizioni diverse dalle mie e i sentimenti dei credenti di ogni fede, fermo restando che, come esiste libertà di culto, in una democrazia si deve riconoscere la libertà di non averne alcuno. Io ho detto ciò che penso da tutta la vita, e che cioè non esiste cittadinanza che non meriti d’essere rispettata e che la persona umana non si può circoscrivere alla sua sessualità, fermo restando l’assoluto rispetto verso i bambini e le persone non consenzienti.

Ho partecipato a "L’isola" per il gusto di mischiare le carte e confondere i pregiudizi. Sono fiero d’avervi apportato, anche grazie a Lei, Ventura, argomenti e riflessioni che mai vi sarebbero altrimenti entrati. So di non essere piaciuto a tutti, ma Le confesso che io mi sono piaciuto molto».

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