Il film che più amo di Luc Besson è "LEON", una storia drammatica che vede come protagonisti un killer italo-americano dall'animo buono, ed una ragazzina cresciuta in una famiglia impelagata in loschi giri.
In "IL MISSIONARIO", prodotto da Luc Besson, ancora una volta troviamo delinquenti... ma il tutto letto in chiave ironica. Ritrovamo anche facce vere, perfette per le loro imperfezioni. Volti che il cinema americano non ha il coraggio di mostrare.
Il cinema europeo, francese in particolare, è così. Immagini nude e crude, niente effetti, niente ritocchi.
Del resto, cosa c'è da ritoccare quando si trovano due volti e due fisicità giuste come quelle di Jean-Marie Bigard e Doudi Strajmayster?
Il primo interpreta Mario. Dopo 7 anni in carcere per rapina, esce per buona condotta, ma ha dei conti in sospeso con i suoi soci malavitosi, deve nascondersi!
Si rivolge al fratello, Patrick, giovane parroco, che pensa per lui una comica soluzione...
Un villagio sperduto, donne bellissime, vino, pugni...ricorda "Asterix ed Obelix". Si vede che sono queste le cose che piacciono di più ai francesi.
Una commedia divertente, surreale e gradevole.
Pensavo di assistere ad un semplice susseguirsi di gag, ad una comicità fine a se stessa, invece mi ha sorpreso con un bel messaggio di tolleranza e fratellanza nel finale.
Luc Besson, ha fatto bene a fidarsi del regista Roger Delattre, che a sua volta si dice molto orgoglioso dei suoi attori protagonisti definendoli "due Stradivari". Jean-Marie Bigard, è un noto one man show d'oltralpe, ed ha partecipato anche alla stesura della sceneggiatura del film. Doudi Strajmayster, è il protagonista di una sitcom molto seguita in Francia, "Samantha". Se fate un giro su YouTube, solo inserendo i nomi dei due attori, potete trovare le prove di quanto affermo.
"E adesso vi dichiaro uniti nel santo vincolo del matrimonio...e che vinca il migliore!"
25 febbraio 2010
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