Partiamo dalla favola originale del 1756 di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.
In sintesi: un ricco mercante ha tre figlie. La più piccola è Belle, bella d'aspetto e dolce di carattere. Non assomiglia affatto alle due sorelle più grandi, avide e arroganti.
A causa di una terribile tempesta, il mercante perde le sue ricchezze, e per sfuggire alla vergogna pubblica si ritira in una modesta casa di campagna con le sue tre figlie.
Un giorno arriva una buona notizia: una delle navi è tornata al porto. Felici di tornare ricche, le due figlie più grandi danno al padre una lista di beni da comprare in città. Belle non vuole nulla di particolare, solo una rosa.
Giunto in città, il mercante vede svanire le sue speranze: non può riappropriarsi delle sue merci, tutto è stato sequestrato per saldare i suoi debiti. Avvilito, torna a casa, ma nel cammino è sorpreso da una bufera. Trova rifugio in un castello dove viene servito e riverito. Placata la bufera, lascia il maniero. Un attimo prima di varcare il cancello, nota un cespuglio di rose. Ne coglie una per la sua Belle e viene aggredito dalla Bestia.
La Bestia, padrone del castello, dopo aver trattato con riguardo il mercante, non può sopportare di essere ripagato con un furto di una rosa. Se vuole salva la vita, il mercante deve consegnare sua figlia alla Bestia.
Giunto a casa, il mercante racconta l'accaduto alle figlie. Belle accetta di essere condotta dalla Bestia.
La Bestia si mostra gentile con Belle, la riempie di regali. Tra questi una specchio magico con cui può guardare i suoi cari.
Dopo alcuni mesi, Belle vede nello specchio suo padre gravemente ammalato, implora la Bestia di lasciarla andare. La Bestia le rende la libertà, ma la avverte, se non tornerà lui morirà dal dolore.
Le due sorelle, vedendo Belle giungere agghindata come una principessa, invidiose, la spingono con false moine a restare con loro più del dovuto.
Belle, pentita di non aver rispettato la promessa, corre dalla Bestia. Lo trova agonizzante, lo implora di non morire perché è innamorata di lui. A quelle parole si spezza l'incantesimo e tutti vissero felici e contenti.
E no! Un momento! Le due sorelle vengono trasformate in statue, costrette a guardare la felicità altrui fino a quando non dimostreranno un sincero pentimento.
Il film francese "La Bella e la Bestia" del 2014, si mostra un filo fedele alla storia originale. Peccato che le fantasiose aggiunte rovinino tutto.
La Belle del film oltre a due sorelle modello Genoveffa e Anastasia, ha tre fratelli. E sarà proprio uno dei suoi fratelli, pieno di debiti di gioco, a dover condurre al castello un gruppo di manigoldi che metteranno in pericolo la Bestia.
La spiegazione che viene data sulla trasformazione del principe in Bestia è tra le più articolate che si siano mai sentite, addirittura d'ispirazione classica! Sono andati a scomodare Dei e Ninfe. Non è credibile.
Ma peggio ancora è l'aver declassato Belle da primo grande amore, a seconda storia di ripiego.
Ok, a volte i grandi amori arrivano al secondo round, magari al terzo... al settimo... ma a guardare i due protagonisti non si direbbe.
Tra questi bellissimi Léa Seydoux e Vincent Cassel, perfetti sulla carta per i rispettivi ruoli, non traspare grande chimica. Colpa anche di una sceneggiatura che non regala nemmeno una scena magica, romantica, indimenticabile tra i due. Emozioni, zero.
Insomma, "La Bella e la Bestia" della Disney, resta la migliore versione in circolazione.
07 marzo 2014
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concordo: Disney aveva fatto moooolto meglio
RispondiEliminanotevole il personaggio di Gaston, ad esempio (il bastardo superficiale e maschilista), che in questo film ci sarebbe stato benissimo; ma figurati se i francesi potevano copiare una trovata americana...
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