10 agosto 2012

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Film bellissimo e interessante. Premio Oscar come miglior film straniero nel 1971.

Augusta Terzi (Florinda Bolkan) viene ritrovata morta nel suo appartamento in via del Tempio n°1.
La donna, divorziata, viveva sola. Uno spirito libero, eccentrica, le piaceva farsi fotografare nelle stesse pose di note vittime di omicidi.

Lo stesso giorno il capo della sezione omicidi viene promosso al comando dell'ufficio politico della questura.
L'uomo era l'amante di Augusta Terzi.

Il luogo del delitto è disseminato di indizi, tutti riconducibili al capo della omicidi.
Sì, è lui l'assassino. Non ha organizzato un delitto perfetto, ma un delitto...spudorato!

"Ho lasciato indizi dappertutto, non per fuorviare le indagini, ma per provare la mia insospettabilità!"

Il vero giallo non è scoprire l'assassino, ben noto già all'inizio del film, ma vedere se sarà punito. Se qualcuno oserà ignorare il suo potere e metterlo sotto indagine.

All'immunità di chi riveste un incarico di potere dà manforte il servilismo di chi gli sta attorno. Più si è predisposti all'obbedienza e bisognosi di una figura guida, più si finisce con il riporre cieca fiducia in un capo che a volte può nascondere (e neanche bene!) oscuri segreti.

Strepitosa l'interpretazione dell'affascinante Gian Maria Volonté.
Indimenticabile la colonna sonora di Ennio Morricone.

All'uscita nelle sale il film riscosse un notevole successo, nonostante o forse grazie anche alle polemiche che seguirono.

Il personaggio di Volonté ad alcuni ricordava il commissario Luigi Calabresi, accusato di aver buttato da una finestra durante un interrogatorio l'anarchico Giuseppe Pinelli. Il caso venne archiviato come suicidio. Ma la ricostruzione dei fatti non convinse parte della pubblica opinione.
Uno dei primi a non credere alla polizia e a mostrare come le ricostruzioni fossero poco credibili fu proprio Elio Petri, regista di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", che partecipò nello stesso anno al documentario "Documenti su Giuseppe Pinelli" (1970) con Nelo Risi.

2 COMMENTI:

  1. Oscar meritato. Peccato che Petri sia morto così giovane, sarebbe stato interessante seguire la sua evoluzione come regista e sceneggiatore.

    Fortuna che il parallelo con Calabresi è stato lasciato dalla sceneggiatura molto sullo sfondo, sennò oggi il film sarebbe inguardabile. Ai tempi, infatti, Calabresi subì una campagna mediatica (oggi la si chiamerebbe macchina del fango) basata sul nulla, o meglio, su fabbricazioni finalizzate a metterlo in una posizione insostenibile. Restando al cinema, vedasi il recente Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, dove si avanza l'ipotesi (che mi pare condivisibile) che sia Calabresi sia Pinelli siano stati vittime predestinate in un gioco ben più grande di loro.

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  2. L'ho visto almeno 2 volte, ed ogni volta migliora: un giallo risolto, ma quell'interprete, quell'ambientazione, quel normale "dibattito" che ha condotto sono per ora straordinari.

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