14 dicembre 2015

Il professor Cenerentolo

A Leonardo Pieraccioni piace raccontare favole.
Detto così può sembrare una cosa negativa... no, è bello che ci sia chi ti trasporta in un mondo diverso, gioioso, che ti garantisca un lieto fine e qualche saggia morale.
Solo che, nonostante l'impegno, l'attitudine e l'esperienza, non è detto che la favola riesca bene come dovrebbe.

Un tempo Pieraccioni era un romantico che non poteva accontentarsi e inseguiva la donna dei suoi sogni e il grande amore. Poi si è accasato con una "moglie bellissima", che a differenza del film non è tornata indietro, quindi ha cercato tra i giovani un'energia per ricominciare, ed ecco aprirsi un nuovo periodo: le donne vanno bene per divertirsi, ma è inutile aspettarsi l'Amore. Un sentimento così bello e puro ci può essere solo tra padre e figlia.

Vi ricordate di Fabio Volo, quando andava dicendo che i figli vanno fatti con una donna che non si ama? Adesso Volo è diventato un romanticone sostenitore della famiglia! Non spreca occasione per dichiararsi innamorato e felice con sua moglie.
Pieraccioni ha avuto il procedimento inverso.

La vita ci sorprende, ci scotta, ci brucia. Può capovolgere totalmente le nostre convinzioni.
E quando si fanno dei lavori creativi, le esperienze personali scivolano inevitabilmente nelle proprie produzioni.

Rispetto questa nuova teoria sentimentale di Pieraccioni, ma per essere più convincente occorreva maggior phatos. Il nostro professor Cenerentolo vuole riconquistare l'affetto della figlia, ma è distratto dalla Chiatti e da altre faccende. Quanto sarebbe stato bello un finale con una spiegazione occhi negli occhi tra padre e figlia!

Il problema de "Il professor Cenerentolo" è un racconto un po' troppo dispersivo, tanto che in alcuni punti annoia.
Sul cast nulla da dire. Bravi Sergio Friscia, Flavio Insinna e sì, mi ha sorpreso Laura Chiatti.




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