Quando dei fantasmi infestano una casa ci sono sempre rumori sospetti, lamenti, attimi di terrore e urla lancinanti. Non è così per Pietro (Elio Germano) che si adegua con grande facilità ai suoi pacifici coinquilini.
Pietro è un giovane pasticcere catanese, trasferitosi a Roma con la speranza di diventare attore e rendere più saldo il suo rapporto con Massimo.
Invita a cena Massimo nella sua nuova casa, cura ogni dettaglio alla perfezione. Ma l'amato non ricambia i sentimenti e lo scarica senza pietà.
I fantasmi cercano di consolarlo, così inizia una insolita amicizia.
I fantasmi sono otto, attori della compagnia Apollonio, imprigionati in quella casa dal 1943.
Per affetto Pietro inizia a cercare informazioni. Vuole rispondere alle loro domande e sciogliere quel legame con il passato che ancora li tiene ancorati tra i vivi.
Pietro riesce a trovare Livia Morosini, prima donna della compagnia, unica superstite.
Parlando con la Morosini scopre che la compagnia lavorava per la resistenza. Erano spie.
Una sera vennero traditi e furono costretti a nascondersi nella casa in cui vive ora Pietro. Chiusi in una fredda stanza, accesero una stufa per scaldarsi e quel gesto fu fatale.
Pietro, pur essendo molto buono e ingenuo, intuisce subito che a tradirli è stata proprio Livia.
Mi piacciono questi fantasmi così composti ed eleganti. Sempre bellissimi e pronti per una foto di gruppo da incorniciare.
In particolare Beppe Fiorello, sembra Rodolfo Valentino!
Un film di Ozpetek dall'andamento tranquillo, senza picchi emotivi.
Finalmente la storia di un gay che non è concentrato solo su se stesso, sul suo dichiarsi o no, sul come vivere il rapporto col parter, con la famiglia d'origine o con i colleghi. Tutte queste cose sono assodate, e Pietro vive questa avventura leggera e misteriosa.
Bel film. Secondo me gli americani l'avrebbero apprezzato (se fosse stato scelto come candidato all'Oscar)
RispondiEliminaLivia (Anna Proclemer) è sempre una Dea, anche schiaccia coccinelle