13 marzo 2013

Maccheroni

Sul finire della seconda guerra mondiale, un giovane italiano, Antonio, fa amicizia con un soldato americano di nome Robert Traven, lo presenta a sua sorella Maria e tra i due sboccia l’amore.
Un grande sentimento per lei, un po’ meno per lui.
L’americano lascia l’Italia e, dopo un paio di lettere all’amata, non si fa più sentire.
Il fratello di Maria, per non farla soffrire, inizia a scriverle avventurose lettere in inglese.

Passano una quarantina d’anni. L’americano torna a Napoli per lavoro, è un ricco manager e del suo arrivo ne danno notizia in tv.
Antonio va subito a trovarlo. Robert non si ricorda di lui, ma un po’ alla volta si lascia travolgere da questo suo strano amico, da Napoli e dalla sua gente (che sembra conoscerlo da sempre!).

A mio parere, un piccolo girellino di Ettore Scola, con musiche di Armando Travajoli, grande amico e collaboratore del regista.
"Maccheroni" è un film sull’amicizia che vale la pena vedere per l’ottima interpretazione di Jack Lemmon e Marcello Mastroianni.
I due attori, abituati a far da spalla a personalità dirompenti (pensate a Sophia Loren per Mastroianni, e Walter Matthau per Lemmon), in questo film riescono a emergere e convincere senza aggredirsi, anzi, mantenendo entrambi il garbo che li ha sempre contraddistinti.


Perché "Maccheroni"?
Perché il personaggio di Mastroianni, Antonio, sostiene di essere morto e resuscitato già un paio di volte. È ritornato in vita sempre all’ora di pranzo, forse aiutato dal profumo dei maccheroni.
Dicono che non c’è due senza tre, chissà, forse gli andrà bene anche un’altra volta! 


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