12 dicembre 2014

Magic in the Moonlight

Una bella fanciulla ha conquistato una ricca famiglia (in particolare il rampollo!) con le sue doti da veggente.
Un amico della famiglia, prestigiatore di discreto talento, contatta un suo collega, il più bravo in circolazione, e gli chiede di smascherare quella truffatrice prima che avvenga l'irreparabile.
Stanley (Colin Firth) parte deciso per la Costa Azzurra, sicuro di avere gioco facile, ma il grazioso visino della veggente Sophie (Emma Stone) riuscirà a stregare anche lui.

"Magic in the Moonlight" non è nulla di sconvolgente, una storia semplice e rilassata, ambientata nell'Europa di fine anni '20. 

Come sperava, il caro Woody Allen, di sorprenderci e affascinarci inserendo ancora una volta la magia in un suo film?  Ricordate "Stardust Memories", "New York Stories", "Alice", "Ombre e nebbia", "La maledizione dello scorpione di giada", "Scoop"... Allen, basta magia!

Mette a confronto le illusioni con la razionalità, per concludere che lì dove la razionalità non conta nulla è in amore! In amore la magia c'è, deve esserci.
Allen, questo lo diceva già Boiardo nel 1400 scrivendo "Orlando Innamorato"! Lo so bene, ho riportato le sue parole nel mio "Angelica Sfuggente".

A proposito di parole, ecco la discussione più interessante del film dal punto di vista filosofico.

- La vita è ingiusta, come io sostengo da anni. A causa di Sophie, mi sono fatto prendere dal pensiero magico e per un po' sono stato felice, ma ero felice come era felice un idiota! La felicità non è la naturale condizione umana.
- Tu eri felice e ti sei goduto la vita per una volta! Hai visto il mondo come lo vedono gli ottimisti per una volta!
- Tutto il mio ottimismo era un'illusione!
- Ci servono le illusioni per vivere.
- Le menzogne, vuoi dire.
- Eri molto più felice quando hai fatto entrare le menzogne nella tua vita.
- Non possiamo continuare a illudere noi stessi!
- Ma dobbiamo! Se vogliamo continuare a vivere. E alla fine, chi sa davvero cosa è reale e cosa no?!
- E' molto chiaro: la preghiera per mia zia era una scemenza, la bravura del medico era reale.

- Non vuoi perdonarmi?
- Ma io non posso perdonarti, solo Dio può perdonare.
- Ma tu hai detto che Dio non esiste...
- Hai afferrato il concetto!



2 COMMENTI:

  1. Anonimo2:47 PM

    se si è innamorato il paladino Orlando si può innamorare anche il razionalista Stanley...
    aggiungo un dettaglio: in molti film di W. Allen si manifesta un'irresistibile nostalgia per gli anni '20 e '30 (PALLOTTOLE SU BROADWAY, ZELIG, ACCORDI E DISACCORDI, RADIO DAYS, MIDNIGHT IN PARIS ecc)
    non è tanto strano: chi ha ascoltato la mamma (o il papà) raccontare dei bei tempi in cui loro si conobbero e si innamorarono elegge quell'epoca come "età dell'oro"

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  2. Hai fatto benissimo a sottolineare anche la nostalgia anni '20/'30 di Allen, mettiamoci anche i '40, ricordo il suo "La maledizione dello scorpione di Giada" ispirato dalla sua passione per Bogart (sua guida in "Provaci ancora Sam").
    Devo ammettere che anch'io sono molto attratta da quegli anni, grazie ai film e all'arte creata in quel periodo e per fortuna arrivata fino a noi.

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