07 aprile 2012

La lista delle spese dei Bossi


Bossi si è dimesso. Non è più il Segretario della Lega Nord, in compenso è stato nominato Presidente del partito. Non è escluso che decida di ricandidarsi e tornare Segretario. Quindi nelle sue dimissioni non c'è nulla di sconcertante. Un puro atto formale giusto per dare un po' di garbo alla situazione e alla sua famiglia.

Vatti a fidare dei parenti! Bossi è nei guai proprio per loro! I soldi in più presi dal partito sono per "spesuccie" per figli e moglie.
Ma dico, Renzo, tuo padre ti ha sistemato in Regione, guadagni 12.000 euro al mese, e ancora non ti bastano?! Auto e dentista non potevi pagarteli da solo!?

Cari Leghisti, come potete vedere di Ladrona non c'è solo Roma. Dalle intercettazioni emerge che con i soldi della Lega...
- comprate 3 lauree pagate con i soldi della Lega;
- comprato il diploma per Renzo Bossi;
- 670.000,00 euro per il 2011 oltre ad altre somme;
- autovetture affittate per Riccardo Bossi, tra cui una Porsche;
- costi per pagare i decreti ingiuntivi di pagamento di Riccardo Bossi;
- fatture pagate per l’avvocato di Riccardo Bossi;
- altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi;
- una casa in affitto pagata a Brescia;
- 300.000,00 euro da destinare alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone.

E queste sono solo alcune spese. Oltre alla famiglia Bossi il giro si era allargato a Calderoli, Castelli e altri ancora.
Ad esempio, secondo quanto riporta "Il Fatto Quotidiano", Helga Giordano, dipendente Lega, era stata accusata di truffa da parte di Quarantotto Corrado Silvana, imprenditrice alla quale, per evitare denucie che potevano recare un danno d'immagine alla Lega, sono stati elargiti 300.000,00 euro.

Come hanno potuto prendere tutto questo denaro?
Questo episodio mi sembra abbastanza esplicativo: sempre dalle intercettazioni, Belsito (adesso, dopo lo scandalo, ex tesoriere del partito) afferma che i Bossi gli avevano chiesto di mettere da parte 1.000.000.000 di euro per la scuola (quella privata della moglie di Bossi), una cifra enorme per la quale Belsito aveva chiesto almeno 2 anni di tempo per poterli prendere un po' alla volta dalla cassa del partito apportando delle false giustificazioni per poi avere i rimborsi elettorali dallo Stato.

Da Wikipedia:

Il 4 per mille ai partiti politici (1997) [modifica]
La legge n. 2 del 2 gennaio 1997[7][8], intitolata "Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici" reintroduce di fatto il finanziamento pubblico ai partiti.
Il provvedimento prevede la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell'imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (pur senza poter indicare a quale partito), per un totale massimo di 56.810.000 euro, da erogarsi ai partiti entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il solo anno 1997 viene introdotta una norma transitoria che fissa un fondo di 82.633.000 euro per l'anno in corso.
Il Comitato radicale promotore del referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico tenta il ricorso rispetto al tradimento dell’esito referendario, ma pur essendo stato riconosciuto in precedenza come potere dello Stato, gli viene negata dalla Corte Costituzionale la possibilità di depositare tale ricorso.
Sempre la legge 2/1997 introduce l'obbligo per i partiti di redigere un bilancio per competenza, comprendente stato patrimoniale e conto economico, il cui controllo è affidato alla Presidenza della Camera. La Corte dei Conti può controllare solo il rendiconto delle spese elettorali.
L’adesione alla contribuzione volontaria per destinare il 4 per mille ai partiti resta minima.
La legge n. 157 del 3 giugno 1999, Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici, reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti. Il rimborso elettorale previsto non ha infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l'erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). La legge entra in vigore con le elezioni politiche italiane del 2001.
La normativa viene modificata dalla legge n. 156 del 26 luglio 2002, “Disposizioni in materia di rimborsi elettorali”, che trasforma in annuale il fondo e abbassa dal 4 all'1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
Infine, con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006: l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV Legislatura della Repubblica Italiana e alla XVI Legislatura della Repubblica Italiana.

AGGIORNAMENTO!
Renzo Bossi si è dimesso. Dice: "senza che nessuno me lo chiedesse". Nessuno??! Da quando è in regione glielo chiedono!
Umberto Bossi si dice pentito, avrebbe dovuto stare più vicino ai figli, avrebbe dovuto mandarli a studiare all'estero.
Già queste due affermazioni mi sembrano contradditorie, se mandi i figli all'estero non potrai stargli vicino come vorresti. E poi, come ha detto? Mandarli a studiare all'estero...ma il Trota non si era laureato a Londra?!
Allora lo sapeva della laurea tarocca!! Bugiardi!!

2 COMMENTI:

  1. Ora tocca a Grillo andare in Parlamento per insultarli? E poi? Sotto a chi tocca, forza, che di nuove forze politiche rivoluzionarie abbiamo sempre bisogno, forza...

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  2. Una volta erano loro, col cappio, in Parlamento, a mandar via quelli che li precedevano. Ora tocca a Grillo, ma poi? Abbiamo sempre bisogno di una nuova formazione politica rivoluzionaria?

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