Mi ero già occupata di "Mimì metallurgico ferito nell’onore" (1972) e "Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto"(1974), avevo rimandato a un'altra occasione “Film d'amore e d'anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza"(1973), be' direi che è arrivato il momento di parlare anche di questo film.
Come potete vedere dalle date, è il secondo dei tre film della mitica coppia Melato-Giannini per la regia di Lina Wertmüller.
In “Film d’amore e d’anarchia” non interpretano due innamorati.
Tunin (Giancarlo Giannini) è un ingenuo ragazzo di campagna, che vede la sua vita cambiare drasticamente quando un caro amico di famiglia gli confida i suoi piani di anarchico e gli affida una valigia. Alla morte dell’amico, Tunin segue le sue istruzioni e porta la valigia a chi di dovere, ma preso dall’impeto della vendetta osa candidarsi come assassino di Benito Mussolini. Va a Roma, lo indirizzano da Salomè (Mariangela Melato) una prostituta anarchica che vive in un “casotto”.
Tunin si innamora di Tripolina, questo suscita un po’ di gelosia in Salomè e un’infinità di dubbi: che anarchico è questo? Riuscirà a fare ciò che deve? Non lo trova molto concentrato sulla sua missione.
Tunin pensa ogni istante al momento in cui dovrà sparare a Mussolini, nemmeno Tripolina riesce a calmare il suo tormento interiore.
Tripolina e Salomè dopo una violenta discussione, decidono di proteggerlo. Non lo svegliano e Tunin manca il suo appuntamento con Mussolini.
Infuriato, spaventato, in stato confusionale scarica i proiettili destinati a Mussolini su una pattuglia di carabinieri che stava ispezionando il bordello proprio quella mattina.
Arrestato, Tunin viene ucciso a furia di colpi in testa dalla polizia, ma ufficialmente diranno che si è suicidato in cella sbattendo fino allo sfinimento la testa contro il muro.
“Canzone Arrabbiata” e “Antonio Soffiantini detto Tunin” cantate da Anna Melato (sorella minore di Mariangela) sottolineano con efficacia gli eventi.
I volti delle donne del bordello, il trucco anni ’30, una seduzione fatta di sguardi e ironia, prima fra tutte la biondissima e pallida Melato. Il viso lentigginoso di Giannini, gli occhi chiari che osservano con inquietudine la città in cerca di risposte per il suo futuro.
Le inquadrature, più delle parole, danno sostanza a questo film, trasmettono romanticismo e malinconia. Una lunga cartolina in movimento degli anni ’30.
16 gennaio 2013
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