25 luglio 2012

Il grande dittatore

Un barbiere ebreo assomiglia moltissimo al dittatore Hynkel. Per puro caso i due vengono scambiati. Il barbiere, per restare in vita, porta avanti la messinscena sostenuto dall’amico Schultz, ma quando in veste di dittatore è costretto a tenere un discorso davanti a milioni e milioni di persone, decide di dar sfogo ai suoi più sinceri pensieri:

«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.
Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.
L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco.
Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell’uomo, reclama la fratellanza universale. L’unione dell’umanità.
Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo. Milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchine con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini!
Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà!
Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo». Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini ma di tutti gli uomini. Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera. Di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!»

Il film è del 1940, ma ha dovuto attendere la caduta del fascismo prima di essere mostrato in Italia, in lingua originale con i sottotitoli in italiano.

Nel 1972, il film viene doppiato in italiano da Oreste Lionello e subisce il taglio di alcune scene. Quelle in cui si mette in ridicolo la moglie di Napoloni (in pratica, Mussolini!). Le scene sono state eliminate per non offendere la vedova Rachele Mussolini ai tempi ancora in vita.

Adesso, al bando censure, potete vedere il film in versione integrale, ma non meravigliatevi se ogni tanto la voce di Charlie Chaplin è diversa. Le scene aggiunte non sono state doppiate dal bravo Lionello.

Questo film è importante perché è la più potente e coraggiosa satira che si sia mai vista. Chaplin aveva colto l’orrore del nazismo sul nascere. Contava sinceramente su un risveglio della gente, da filantropo ottimista non avrebbe mai immaginato che il nazismo sarebbe giunto al genocidio degli ebrei.

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