"Il Direttore Generale, in relazione alle dichiarazioni rilasciate ieri da Marco Travaglio nel corso di questa trasmissione, non solo si dissocia a nome della Rai e manifesta nei confronti del presidente del Senato, Renato Schifani, la più alta considerazione e rispetto, ma non può che stigmatizzare un comportamento, inaccettabile in qualsiasi programma del Servizio Pubblico, che mette in campo critiche, insulti e affermazioni diffamanti senza alcuna possibilità di contraddittorio. Nel mio mestriere possono capitare incidenti di percorso, ma parole come trappola, macchinazione, complotto, non fanno parte del mio modo di lavorare, non esistono secondi fini: usare le parole è un privilegio non un rischio ma non si può essere all'altezza di questo privilegio se non si corrono rischi".
Tutto questo perchè Schifani si è risentito delle parole dette da Marco Travaglio nei suoi confronti, durante l'intervista nella puntata del sabato.
Per me Travaglio ha detto cose giustissime, ha tentato di evitare di far nomi e cognomi, ma sul finale è stato più forte di lui. Il suo mestiere è dire la verità , e ci sono certe verità che è difficile far finta di non sapere, ti esplodono dentro, ti fanno rabbia, vorresti che anche gli altri capissero quello che provi ed allora lo dici. Anche a costo di ricevere più insulti che grazie.
Non si può dire che Fabio Fazio non abbia tentato di difendere la "par condicio" o non si sia posto in difesa degli assenti. Eviterei di addossargli colpe che non ha.
Per il resto, le reazioni dal mondo politico...
Schifani: "Si tratta di fatti inconsistenti e manipolati che non hanno dignità di generare sospetti. La verità è che qualcuno vuole minare il dialogo ed il confronto costruttivo che ha caratterizzato l'inizio di questa legislatura. Se c'è qualcuno che deve pagare dei prezzi li pagherà , io sto pagando in queste ore, ma sono sereno, ma nessuno fermerà la mia azione per fare in modo che sui temi della legalità delle riforme e delle proposte condivise si possano abbattere gli steccati e lavorare insieme, perchè ce lo chiede il Paese e anche il Capo dello Stato".
Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, si è schierata dalla parte di Schifani: "Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv su una rete pubblica, senza possibilità di contraddittorio".
Antonio Di Pietro, leader del Idv, è l'unico fra i politici che difende Travaglio: "Esprimo solidarietà a Marco Travaglio perchè ha fatto semplicemente il suo dovere raccontando quel che sono i fatti. Certi episodi non possono essere cambiati o taciuti solo perchè, da un giorno all'altro, una persona diventa presidente del Senato oppure, e solo per questo, cancellare con un colpo di spugna la sua storia ed il suo passato".
Stiamo sempre lì: uno prova a dire delle verità scritte e documentate e chi invece conquista l'opinione pubblica è il reo per niente confesso, che fa la parte della vittima e del calunniato...non è giusto, ma perchè la gente non accende il cervello e si rende conto di quello che succede sul serio in Italia? Povero Paese mio!
RispondiEliminaB.