Con uno spassoso Vittorio Gassman, in una commedia ambientata in un grottesco medioevo italiano.
Impeccabile la trovata del regista e degli sceneggiatori Agenore Incrocci e Furio Scarpelli (noti come Age e Scarpelli), di creare un linguaggio speciale, un misto fra il latino maccheronico e i dialetti regionali, in un colpo solo hanno aumento la comicità e hanno aggiunto un pizzico di realismo a questo viaggio ideale dello spettatore nel passato.
Vado a raccontarvi la trama segnalando alcune delle battute più famose.
Una banda di manigoldi fa razzia in un villaggio facendo strage dei suoi abitanti.
Arriva all’orizzonte un prode cavaliere, è Arnolfo Mano di Ferro (Alfio Caltabiano), che combattendo con valore riesce a far scappare gli invasori.
Tre paesani superstiti, invece di ringraziare l’eroe, lo colpiscono alle spalle e lo derubano.
I tre portano il loro bottino al vecchio Abacuc (Carlo Pisacane) che vive e si protegge chiudendosi dentro la sua inseparabile cassa.
Tra le cianfrusaglie portate, trovano un documento in carta pecora, il possessore di tale pergamena sarà proprietario di una ricca città e della rocca di Aurocastro nelle Puglie a patto che…e qui è stato strappato un pezzo!
Hanno l’idea di portare questo documento a un Cavaliere che sia così disperatamente povero da decidere di affrontare questo viaggio per il feudo e di dividere ogni ricchezza con loro.
Il prescelto è Brancaleone da Norcia (Vittorio Gassman).
Un cavaliere dall’animo nobile e fiero, loquace e...terribilmente imbranato!
Veste di stracci, ha poche armi arruginite, uno strano destriero giallo di nome Aquilante che non gli ubbidisce mai, a meno che non lo prenda a pugni imprecando: “Mala bestia!”.
La proposta dei quattro (i tre di prima più il vecchietto) è allettante, ma Brancaleone è convinto che riuscirà a vincere un Torneo e a sistemarsi con la ricchissima donzella messa in palio.
Ma dopo una disastrosa performance durante la competizione, accetta di farsi capo di questa malconcia compagnia: L’Armata Brancaleone.
Durante il loro cammino verso le Puglie, incontrano Teofilatto dei Lorenzi (Gian Maria Volontè), "Cedete lo passo", "Cedete lo passo tu!" risponde Brancaleone. Non resta che risolvere la faccenda con un duello. Dopo diverse ore, un albero abbattuto e un campo di grano falciato, Teofilatto propone di essere portato come prigioniero alla sua magione e dividere insieme ai suoi nuovi compari il riscatto che darà loro il padre per la sua vita. Brancaleone si rifiuta per principio di accettare una tale proposta, l’Armata procede per la sua strada. Teofilatto li segue.
Giungono in un paese, sembra essere deserto, eppure le case sono piene di ogni prelibatezza! Mentre gli altri rubano tutto quello che possono, Brancaleone segue il suono di una soave voce femminile. “Godiamo, pecchiamo che è la morte che ci resta da vivere! Dammiti, prendimi, prendimi e damminti...cuccurucù”. Ma dopo tutti questi buoni presupposti, scopre dalla donna (Maria Grazia Buccella) che il paese è stato contaminato dalla peste!! Brancaleone si dà alla fuga senza pensarci due volte informando i suoi compagni d’avventura!
Sono ormai convinti di avere tutti “lo morbo”, ma una possibilità di salvezza si palesa ai loro occhi.
“Longo il cammino ma grande è la meta! Vade retro Satan! Vade retro Satan!”.Un gruppo di poveracci guidati dal monaco Zenone (Enrico Maria Salerno) promette che: “Da ogni male guarirà chi in Terra Santa con meco verrà !”, "Sarai mondo se monderai lo mondo!".
Morire o tentare la salvezza? Seguono il monaco per un lungo pellegrinare.
Al primo valico da attraversare su un instabile ponte di legno: «Transitate lo cavalcone in fila longobarda!», l’Armata perde uno dei suoi, Pecoro (Folco Lulli).
Il monaco deve pur spiegare questo evento per mantenere alta la fiducia del gruppo, il capro espiatorio diventa il povero Abacuc perché di fede giudea e non cristiana. Viene immediatamente costretto al battesimo.
Passa del tempo, giunge il freddo inverno, e si arriva a un secondo valico.
Nessuno si fida più e il monaco per provarne la stabilità saltella sul ponte e precipita.
Se ogni fatto ha una spiegazione, Brancaleone legge la scomparsa del monaco come una chiara volontà di Dio di lasciarli liberi da ogni voto.
L’Armata riprende il cammino verso le Puglie.
"Addove ite?" chiedono gli altri seguaci di Zenone. "Mah, così, sanza meta..." risponde Brancaleone. "Venimo?" insistono gli altri. "No, itene anco voi sanza meta, ma de un'altra parte!".
Mentre transitano per il bosco scorgono un accampamento depredato, fanno in tempo a salvare la bella Matelda (Catherine Spaak) dalle grinfie dei ladroni. Brancaleone promette al tutore della fanciulla in punto di morte che la condurrà al suo sposo.
Matelda si innamora di Brancaleone e vorrebbe vivere con lui: “Non mi portare da Guccione, non lo voglio. Te voglio. Sono tua pecorella. Brancami, leone”, ma egli ligio ai suoi doveri di Cavaliere, ha giurato e la condurrà dal suo sposo se pur molto tentato dall’avvenente donzella.
Matelda per vendetta si concede a Teofilatto.
Il giorno delle nozze, appena il suo sposo scopre che non è più illibata pretende giustizia e Matelda accusa il povero Brancaleone condannato a morire di stenti rinchiuso in una gabbia appesa alle mura del paese.
I suoi compagni corrono a salvarlo, al gruppo si unirà un fabbro cornuto con tendenze suicide.
Da questi Brancaleone apprende che la sua amata Matelda è stata costretta a farsi monaca. Senza esitare va da lei per farne la sua sposa ma Matelda rifiuta, resterà in convento a espiare le sue colpe.
Ripreso il viaggio giungono in prossimità della magione di Teofilatto, sono talmente stremati che decidono di attuare il suo piano, egli si fingerà prigioniero dell’Armata per ottenere il riscatto.
Mentre Abacuc tratterà di affari con il padre, Brancalone avrà un avventuretta sadica con Teodora (Barbara Steele), zia di Teofilatto.
La trattativa non va come previsto, il padre non pagherà nessun riscatto per un figlio bastardo concepito con una sua serva.
Ancora una volta l’Armata è costretta alla fuga!
Nella foresta ritrovano il loro vecchio amico Pecoro, che credevano morto precipitato dal "cavalcone", è riuscito a sopravvivere curato e accudito da un'orsa. Pecoro, se pur riconoscente e soddisfatto di questa insolita convivenza, decide di fuggire con gli altri rincorso da una disperata orsa! "Sta bona! Vaco con l' amici! Torno subito!".
La fatica del viaggio e il clima spietato aggravano le delicate condizioni del vecchio Abacuc, muore serenamente confortato dai compagni.
Finalmente giungono ad Aurocastro!!
Ricevono una colorosa accoglienza dalla popolazione.... che dopo pochi secondi li abbandona al loro destino: saranno proprietari se riusciranno a sconfiggere i Saraceni pronti all’attacco! Questo diceva il frammento mancante della pergamena.
Brancaleone non si perde d’animo e pensa a un piano perfetto:
"Orbene, scoltatemi! I Saracini si buttano con l'ariete contra lo portone sicuri che esso li resista, lo portone allo contrario si spalancherà come braccia di amante, e i Saracini spinti da lor stessa forza precipiteranno entro la fossa!"
"E tu pensi che lo malo cavallo tirerà la fune che apre lo portone a lo tuo ordine?"
"Taccone! Appronta la tua fionda! Lo malo cavallo, colpito dal proietto del nostro tronboliere si moverà puoi starne certo! Mastro Tito! Allerta odimi! Vedi tu lo portone?"
"Solo quello vedo!"
"E ciò basta! Come tu lo vedrai operirsi affinchè sulla fossa a mo' di coperchio piombi a rinserrarsi lo tabolato troncherai la fune del medesimo con la tua valida spada, afferrala, hai tu inteso?
"Proprio bene!"
"Pecoro, tu appicerai lo foco allo fieno che ietterai rettamente nella fossa a ciò che gli infideli abrucino! Paratevi! Teofilatto, Mangoldo, tendete l'arco. Lo piano è mirabilmente concepito! A noi ora porlo in atto con tempestività di ordini e precision di mosse! Vai Taccone! Allerta miei prodi! Vi siete finora coperti di merda copritevi oggi di gloria!"
Piano perfetto, sì, peccato che il ragazzo, Taccone (Gianluigi Crescenzi) involontariamente colpisce Brancaleone, questi cade nella botola, tutti si precipitano ad aiutarlo, Pecoro molla la paglia, Aquilante si muove per andare a mangiarla e apre il portone, il fabbro, ignaro di tutto ciò, alla vista del portone aperto taglia la fune rinchiudendo nella botola i suoi compari.
I Saraceni al loro ingresso si fanno delle grasse risate e in men che non si dica sono pronti a giustiziarli.
Ma la fortuna gioca in loro favore un cavalier misterioso salva Brancaleone e i suoi amici.
Si scopre che il cavaliere non è altri che Arnolfo Mano di Ferro, colui a cui hanno rubato la pergamena!
Sono condannati al rogo!
Ad un tratto riappare il monaco Zenone, non possono essere condannati, questi uomini servono per le Crociate!
Il resto della storia verrà raccontato nel seguito "Brancaleone alle Crociate".
Il film, del 1966, ebbe un grosso e inaspettato successo.
La sua formula originale, un cast perfetto (anche se Monicelli avrebbe voluto Raimondo Vianello al posto di Volontè, meno male che Mario Gori ha insistito per quest'ultimo!), un Vittorio Gassman straordinario e il notevole contributo di Pisacane nei panni di Abacuc, rendono questa storia ineguagliabile.
Se non l'avete ancora fatto, cercatelo e guardate questo film!
Più sono ampie le vostre conoscenze sulla storia medievale più gradirete l'ironia delle avventure dell'Armata Brancaleone.
Premi:
Festival di Cannes (1966): Miglior regista Mario Monicelli
Nastro d'Argento (1967): Miglior fotografia Carlo Di Palma, Migliori costumi Piero Gherardi, Miglior colonna sonora Carlo Rustichelli. ( E chi se lo scorda il "Branca Branca Branca! Leon Leon Leon! Fiiuuù..boom!")
PS: Da questo film, è entrata nel linguaggio comune l'espressione "l'armata di Brancaleone" per definire in tono ironico-dispregiativo un gruppo di scalcinati che non riusciranno a concludere nulla di buono nonostante i loro declamati propositi.
Ciao, sono Gegio di http://iltorneodeifilm.wordpress.com/
RispondiEliminaHo trovato questo post con Google blog search. Questo film partecipa al Torneo che ho organizzato. Puoi votarlo qui:
http://spreadsheets.google.com/viewform?key=p8mk30RmJiA34cr8p6lAoEA&hl=it
Se non ti fidi del link puoi verificarlo nel blog, dove troverai informazioni, tabellone, voti già espressi e altri questionari per salvare o stroncare un film. Sei ufficialmente invitata/o. Ciao.