Il film del 1949 aveva un andamento classico, raccontava la storia dall'inizio alla fine, in un tranquillo ordine cronologico.
"Troppo banale" avranno pensato.
Così il remake prevede saltelli temporali continui.
Uno stile tipico dei nostri tempi, ma che ha senso applicato ai gialli o ai thriller, dove si disseminano indizi prima di giungere alla soluzione finale, non per un intenso e romantico romanzo di formazione.
"Piccole donne" (2019) va bene per chi conosce già la storia (grazie al libro e/o i film precedenti), ma temo sia abbastanza incomprensibile per chi parte da zero.
Con questi saltelli, non si vive fino in fondo la crescita delle ragazze March. A pagarne maggiori conseguenze è il personaggio di Beth, da sempre descritta come l'angelo di casa per il suo cuore umile e generoso, in quest'ultimo film diventa solo la sorella che si ammala e fine.
Le uniche che emergono sono la materialista Amy e l'intraprendente Jo (be', ovvio!). Ma Amy più di Jo!
Io vi consiglio "Piccole donne" del 1949 con una giovanissima Liz Taylor e Janet Leigh che nel 1960 finì sotto la doccia di "Psyco" diretto da Alfred Hitchcock. Ragazzi, stiamo parlando di icone che hanno fatto la Storia del Cinema mondiale!
Evitate tranquillamente "Piccole donne" del 1994, è una noia incredibile! A meno che non siate fan di Winona Ryder, Kristen Dunst, Claire Danes e Christian Bale.
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