21 settembre 2010

The American

Doveva essere il film d'apertura del 67° Festival di Venezia, ma così non è stato.
"The American" che ha per protagonista quel simpaticone di Clooney e la nostra bella Italia a far da sfondo, nonché dei nostri validi attori (Violante Placido, Paolo Bonacelli, Filippo Timi), è stato sostituito nel programma del Festival dal film "Black Swan".

Capisco che correre il rischio di rivedere la coppia più strampalata dello showbiz sul red carpet sia stato già un bell'incentivo a bloccare il film, ma se i motivi fossero altri?
È così brutto questo film?

Al box-office non sta andando bene, ma neanche "Somewhere" o "La Solitudine dei numeri primi" presenti al Festival...
In compenso va alla grande "Mordimi" film parodia dei Vampiri di Twilight.
Ci sarebbe da riflettere su questi dati...

Ma la domanda a cui ora devo rispondere è: "The American" è un brutto film?
Brutto no, ma noiosetto sì.

Pensate un po' come sono brava, ho letto anche il libro per potervi dare più info!

Il libro in realtà si intitola "A Very Private Gentleman"(1990), ma sulla scia del film è stato ristampato con il titolo "The American". Non è difficile trovarlo in libreria.
Il testo di Martin Booth mi lascia immaginare un uomo di almeno una decina di anni più anziano di Clooney.
Il protagonista prudentamente si racconta: fabbrica armi, per questo vive sempre in allerta. Come copertura si spaccia per artista, un pittore di farfalle, da qui il soprannome Mr Farfalla dato dalla gente del piccolo paesino italiano in cui si è rifugiato.
Pochissima azione, si perde nelle lunghissime e minuziose descrizione dell'Italia. Ama tutto del nostro paese, pregi e difetti, ogni cosa gli appare meglio che altrove. La vita nel paesino di montagna l'ha conquistato, tanto quanto Clara. Frequenta anche un'altra prostituta, ma Clara è la sua amante, quella con cui finirà per sognare una vita insieme.

Difficile tradurre in film un racconto così.

Il film è silenzioso, cupo. Le immagini e la colonna sonora trasmettono la solitudine e la paura del protagonista. Il suo mestiere di copertura non è più il pittore, ma il fotografo. Cambiamento tra testo e sceneggiatura che non trovavo necessario fare.


Le tanto discusse scene spinte tra Clooney e Violante Placido sono mitigate dalla luce rossa, e dal fatto che si percepisce un sentimento tra i due personaggi. Inoltre, non c'è un'altra a dividere il letto con loro, come nel libro.
Sono una bella coppia.


Tetro ma romantico il finale, anche questo diversissimo da quello del libro.

Un'altra figura interessante è quella del parroco, nel film sostengono che abbia un figlio illegittimo, cosa che non appare nel libro, dove al parroco spetta tutt'altro destino.



Ci sono notevoli differenze tra film e libro.
Ma in entrambi si percepisce la tristezza, l'oscurità di un uomo che sa di avere i giorni contati.

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