17 gennaio 2014

The Butler

Fino a poco tempo fa, se mi dicevate "Butler" a me veniva in mente solo quel gran figo di Gerard Butler!
Adesso penserĂ² anche ai campi di cotone, all'ingiustizia, alla violenza, al terrore, al razzismo, all'apartheid, alle lotte dei neri per vedere riconosciuti i loro piĂ¹ che legittimi diritti.

Figlio di schiavi a lavoro nei campi di cotone, dopo la morte di suo padre, Cecil diventa un “negro di casa”. Quando da adulto è finalmente libero di esplorare il mondo, trova ancora una volta lavoro come cameriere. Quel mestiere gli piace, lo svolge con attenzione e dedizione, tanto da raggiungere un tale livello di perfezione da essere assunto alla Casa Bianca.
Vede susseguirsi sette presidenti: Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Fino a quando, stanco, si ritira. Da pensionato, svariati anni dopo, tiferĂ  per Obama e avrĂ  la soddisfazione di vederlo vincere.

Mi ricordo la prima elezione di Obama, quanta speranza nell'aria! Amore, uguaglianza, ogni buon sentimento sembrava avvolgerci. Se questa atmosfera aveva contagiato anche noi bianchi italiani, figuriamoci quanta gioia poteva brillare negli occhi dei neri americani! Soprattutto di coloro che avevano vissuto l'apartheid.

Nel film, il nostro maggiordomo ha un figlio ribelle che si unisce alle lotte (prima pacifiche, poi violente) per i diritti dei neri. Ovviamente il ragazzo è in conflitto con il padre, non lo stima perché Cecil si mostra orgoglioso di essere a servizio dei bianchi.

- Che lavoro fa tuo padre?
- Il maggiordomo.
- I domestici neri hanno un ruolo importante nella nostra storia.
- Non gliel'ho detto perché mi prendesse in giro!
- Il domestico nero sconfigge gli stereotipi razziali lavorando molto duramente e con affidabilitĂ . Diminuisce gradualmente l'odio razziale con il suo esempio di una rigida etica di lavoro e il suo carattere dignitoso. Anche se concepiamo un maggiordomo o una cameriera come persone subordinate, per molti aspetti, invece, sono persone sovversive senza neanche saperlo.

In effetti, nel suo piccolo, il maggiordomo ha influenzato persino lo spietatissimo Nixon! Ha insistito pacificamente per 30 anni per portare gli stipendi dei camerieri neri al pari di quelli dei bianchi.

Gli americani ci hanno abituati a film “da sogno”, in cui tendono a descriversi come i migliori del pianeta e a regalarsi un bel lieto fine.
Qui il lieto fine è stato possibile grazie ai diritti ottenuti, anno dopo anno, e soprattutto all'elezione di Obama, primo presidente nero degli Stati Uniti d'America.
PerĂ², non è tutto rose e fiori, c'è un po' di autocritica. Una sola frase ma molto dura.
"Gli americani chiudono sempre un occhio su quello che hanno fatto al loro popolo. Guardiamo il resto del mondo e giudichiamo. Sentiamo parlare di campi di concentramento, ma quei campi ci sono stati per ben 200 anni anche qui in America".
Nel film emerge chiaramente che per anni i neri hanno dovuto vivere nel terrore, consapevoli di poter essere uccisi in qualsiasi momento da un bianco che non avrebbe mai pagato per quell'omicidio. Le leggi non difendevano i cittadini americani neri. Tutto ciĂ² era gravissimo.

Un cast ricco di grandi nomi: Forest Whitaker, Robin Williams, Terrence Howard, Cuba Gooding Jr, John Cusack, Mariah Carey (irriconoscibile!), Lenny Kravitz, ecc...  Cito per ultima, non perchĂ© sia la meno importante, al contrario, è la rivelazione del film: Oprah Winfrey! Da presentatrice tv, al suo primo film mostra giĂ  un talento da grande attrice.

Terrence Howard e Oprah Winfrey

0 COMMENTI:

Posta un commento

 
Back to top!