04 marzo 2011

Changeling

Los Angeles 1928, Christine Collins (Angelina Jolie), madre nubile, torna dal lavoro e non trova suo figlio. Ore di ansia e attesa diventano giorni, settimane, mesi senza avere notizie.

E qui un pensiero va alla piccola Yara e alla sua famiglia.

Finalmente una svolta nelle indagini: hanno ritrovato suo figlio!
Ma ogni entusiasmo sparisce alla vista del bambino. Non è il suo.
I poliziotti non accettano di fare una brutta figura davanti alla stampa che ha seguito con interesse la vicenda della signora Collins. La convincono a portarsi il ragazzino a casa.

Il problema non è avere un piccolo estraneo in casa. Il problema è che suo figlio ha bisogno di lei, potrebbe essere in pericolo, non può permettere che il caso venga chiuso, la polizia deve continuare a cercarlo.

La sua ostinazione infastidisce la polizia che decide di toglierla di torno internandola in un manicomio.
Fortissimo era all'epoca lo strapotere dei poliziotti, mentre oggi...

Un altro pensiero va a quella madre single violentata da due carabinieri.

Una inaspettata confessione e l'intervento del reverendo Gustav Briegleb (John Malkovich), aiuteranno Christine Collins a vincere la sua battaglia contro i soprusi dei poliziotti corrotti.
Ma suo figlio?
Verrà a sapere qualcosa di più da un ragazzino che dopo aver vagato per qualche tempo in stato confusionale, ha ritrovato la ragione e il coraggio di tornare dai suoi genitori.

Ancora un altro pensiero per il giovane Daniel.

Con tutte queste terribili storie di cronaca in mente, il film mi è sembrato più realistico e intenso di quanto ricordassi.
Regia di Clint Eastwood.
Non mi va di aggiungere altro.

2 COMMENTI:

  1. La cronaca purtroppo supera sempre il cinema, più lento, senza dirette in tv, senza spettatori che scelgono effettivamente di guardare delle vicende solo romanzate. E nemmeno la crudeltà umana ha dei limiti, purtroppo.

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  2. La trama del racconto è molto bello. Questa storia assomiglia a un romanzo cioè santiago in francese. Ma io non lo so con chiarezza. Andrò a guardare.

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