18 aprile 2006

PASSION - La passione di Cristo

La Domenica di Pasqua, Raiuno ha trasmesso in prima serata questo discusso film di Mel Gibson.

Discusso perché secondo religiosi e non, le scene della fustigazione e della crocifissione erano esageratamente cruente e sanguinarie, e molti hanno trovato disdicevole che il regista avesse creato “spettacolo” attraverso il dolore del Messia.

In difesa di questo film, il regista ed altri estimatori, hanno dichiarato che era essenziale tanta violenza per smuovere le coscienze. Tutti i giorni vediamo violenza, e siamo abituati a non lasciarci coinvolgere. L’esempio più classico è il TG, trasmesso all’ora di pranzo, ci costringe a far finta di nulla, per riuscire a continuare a consumare il nostro pasto. Non è cinismo ma un meccanismo automatico di autodifesa dal dolore, troviamo già così difficile sopportare i nostri piccoli dolori figuriamoci accollarci quelli degli altri, di un popolo o di una intera nazione.

Io credo che persone sane di mente, avranno sempre in se una corretta visione del bene e del male e non potranno mai abituarsi al male e alle ingiustizie! E non c’è bisogno di rendergliele più cruente di quanto non lo siano state per fargliele percepire.
Non c’è dubbio che i prigionieri subivano dei maltrattamenti al limite dell’umana dignità, purtroppo succede tuttora come abbiamo potuto vedere nelle foto dei soldati inglesi che hanno disgustato tutto il mondo, ma nello stesso film vediamo i due ladroni che arrivano sulla croce senza un graffio, e Gesù ricoperto di sangue da capo a piedi!! Perché? Possibile che si siano accaniti tutti su di lui? E come è possibile che un uomo pieno di ferite e di squarci profondi ( si vedono chiaramente in una scena dei pezzetti di carne che schizzano via!), sia riuscito a portare la croce per un buon pezzo di strada?
Tanta violenza, ha lasciato il segno, ma ne avrei fatto volentieri a meno! Era tutto veramente esagerato!!

Mel Gibson per realizzare questo film ha studiato molto, non solo il Vangelo, si è preso anche il fastidio di far resuscitare lingue morte come il Latino e l’ Aramaico antico.
Considerando che l’Italia è l’unico Paese dove il doppiaggio dei film è una prassi regolare, ma in molti Paesi, a meno che la casa di produzione del film non lo imponga accollandosene le spese, il pubblico si accontenta dei sottotitoli, mi sta bene la scelta linguistica del regista!
Sarebbe stato ridicolo ascoltare questa storia in inglese, francese, spagnolo o tedesco, lingue che a quell’epoca non esistevano neanche e leggere i sottotitoli in italiano!
Leggo i sottotitoli ma almeno ascolto la lingua del tempo, adatta ai personaggi e alla storia.

Durante la Passione, Gesù o altri personaggi vivono dei flash back, dando modo di citare dei momenti del Vangelo fra i più noti ed importanti, sono accenni brevissimi, non creano confusione e non rischiano di far perdere il filo logico della narrazione. Ma non mancano neanche un paio di ritorni ad un passato “più informale”: è molto toccante la scena in cui la Madonna corre per avvicinarsi a suo figlio che è caduto stremato sotto il peso della croce, e ripensa a quante volte da bambino era corsa a rialzarlo, ed ora che ne ha davvero bisogno non può aiutarlo.

Il film è stato girato in Italia, tra i sassi di Matera, e nel cast era divertente notare ogni tanto alcuni dei nostri attori come Rosalinda Celentano, Monica Bellucci, Claudia Gerini, Sergio Rubini.

Concludendo, il film non è male, per quel che mi riguarda la grande delusione me l’ha data il finale, dove la resurrezione viene trattata con la superficialità di un classico finale da film horror, dove, dopo tante peripezie, il cattivo (che qui cattivo non è!!) che sembrava morto appare di sfuggita facendo intuire al pubblico che potrebbe esserci un seaquel.
Finale orrendo!

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